La tradizione della scultura trova in Toscana una propria autorevolissima autonomia nel corso del ‘900 fino al presente. Lo testimoniano luoghi di eccellenza consacrati alla fama di artisti originari di questa terra, che hanno inteso lasciare testimonianza vivida della loro presenza: così è accaduto al Museo Marino Marini a Firenze e a Pistoia, alla gipsoteca di Libero Andreotti a Pescia, al museo e casa archivio Venturino Venturi nel borgo nativo di Loro Ciuffenna, sotto le pendici di Pratomagno.
Ci si spinge quindi nel territorio apuo-versiliese, che attraversa le province di Lucca e di Massa-Carrara, sotto le pendici delle Alpi Apuane, e si ha l’impressione di entrare nella patria stessa della scultura, come testimoniano le opere open air, ovunque disseminate, i musei, le collezioni pubbliche e private, gli atelier degli artisti, i laboratori del marmo, le fonderie del bronzo, le scuole d’arte.
Qui giungono gli scultori della più eterogenea provenienza, con i loro modelli, e da qui ripartono con opere di qualsiasi dimensione o stile, grazie all’intervento di maestri scalpellini, eredi ultimi di una tradizione di eccellenza, qualitativamente insuperata.
Si affacciano esperienze nuove di open studios e laboratori didattici sperimentali, aperti ai giovani.
Si conferma il ruolo dei laboratori d’eccellenza, con la loro collezione di gessi e di opere che restano a testimonianza del passaggio di tanti importanti scultori da tutto il mondo. E intorno domina lo skyline delle candide vette apuane, con lo straordinario environment delle cave marmifere.