Che la storia della moda sia da considerare parte integrante della storia delle arti è ormai ampiamente condiviso e particolarmente lampante in Italia e a Firenze. Per dimostrare quanto la moda del ‘900 sia stata in Italia legata a tradizioni artigianali, ma anche espressione di una creatività che si nutre del contesto culturale in cui fiorisce e al tempo stesso lo rispecchia, basterebbe ricordare il poeta Gabriele D’Annunzio, che a lungo visse vicino a Firenze: la sua consacrazione alle arti era pari alla sua cura nel vestire, tanto da esser considerato “padre dello stile italiano” di inizio secolo.
È a Firenze poi, con la sfilata organizzata nel 1951 da Giovan Battista Giorgini nella sala Bianca di Palazzo Pitti, che convenzionalmente si fa risalire la nascita e il riconoscimento della moda italiana nel mondo
Non poteva essere che a Firenze dunque, e proprio in Palazzo Pitti, che le creazioni della moda diventassero patrimonio da conservare e valorizzare grazie alla creazione della Galleria del Costume. Lo stesso a Prato, per decenni patria del tessile, dove tale storia di inventiva e di ricerca viene salvaguardata e divulgata con il Museo del tessuto. Singole storie e vicende di grandi protagonisti che hanno fatto di Firenze una delle capitali internazionali dello stile sono poi narrate al Museo Ferragamo e al Gucci Musem, mentre al Museo Capucci sono visibili i mirabolanti abiti di un altro grande designer che ha voluto legare il suo nome alla città.
Che la Toscana sia stata fucina di progettazione e design anche in campo industriale è testimoniato dal Museo Piaggio, celebrazione di un’azienda che, avvalendosi di geniali progettisti, ha dato vita a invenzioni come la Vespa, simbolo e icona universale per molte generazioni.