FIRENZE
L’immagine di Firenze come nuova Atene, le tracce insigni del passato, e insieme il pittoresco, i segni dell’uomo che nel tempo hanno disegnato il paesaggio come nelle predelle dei Primitivi trecenteschi: questa l’idea che riaffiora consultando gli album di viaggio dei viaggiatori stranieri all’inizio del Novecento che scelgono Firenze come meta elettiva.
È il tempo in cui appare già consolidato lo stereotipo che aveva chiuso la città nel recinto dorato di “culla del Rinascimento”. Eppure i segni della modernità che incalza non sfuggono a guardar bene nelle collezioni pubbliche e private, nelle scuole d’arte, nelle piazze e per le vie cittadine.
AREZZO
La provincia di Arezzo annovera una nutrita presenza di istituzioni dedicate all’arte del XX secolo frutto di una vocazione territoriale che, affacciatasi già a partire dagli anni ’60, si è poi consolidata nell’ultimo ventennio, fino ad acquisire oggi una dimensione storicizzata di comprovata rilevanza.
Nel complesso si tratta comunque di un panorama decisamente eterogeneo, nel quale prevalgono realtà museali di carattere generalista – ovvero dedicate “genericamente” alla documentazione dell’arte del Novecento
GROSSETO
La vocazione artistica novecentesca di quest’area periferica è senz’altro ascrivibile alla nascita dagli anni ’80 di alcuni parchi d’artista, una tipologia per la quale questo territorio primeggia non solo in Toscana.
Sporadici invece i musei legati al Novecento; si limitano alla Pinacoteca Modigliani di Follonica e alla Collezione Martini di Massa Marittima, mentre il capoluogo, Grosseto, non ha un museo deputato, le cui veci svolge in parte il CEDAV, centro di documentazione e catalogazione.
LIVORNO
Gli inizi del ‘900 vedono gli esiti della gloriosa stagione dei Macchiaioli, che prediligevano dipingere tra Livorno (patria di Giovanni Fattori, morto nel 1908) e i rinomati luoghi di villeggiatura sulla costa, primo fra tutti Castiglioncello. Si afferma poi in Toscana la generazione dei pittori livornesi cosiddetti Postmacchiaioli, che si formarono sui problemi formali da questi stimolati, dandone una rilettura in chiave moderna (da Oscar Ghiglia a Mario Puccini a Ulvi Liegi), oppure ponendosi in antitesi, abbracciando ad esempio il diffuso credo divisionista (Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini tra i maggiori).
LUCCA
La provincia di Lucca rappresenta un territorio fortemente orientato alla conservazione e valorizzazione dell’arte del ‘900 che lì vanta forti radici.
Non si tratta tuttavia di un panorama omogeneo, bensì di un sistema strutturato per aree geograficamente differenziate, per di più autonome rispetto al capoluogo.
MASSA CARRARA
Si arriva a Carrara e si ha l’impressione di essere sovrastati dalle pendici delle Alpi Apuane, quei monti che chiudono a corona l’orizzonte del litorale versiliese assecondando la lenta curva della costa con gli imponenti bastioni rocciosi biancheggiante di marmo.
E non è difficile capire immediatamente quanto la storia, l’identità, la fama internazionale di questa città siano legate all’escavazione e lavorazione del marmo omonimo, bianco e pregiatissimo.
PISA
La provincia di Pisa rappresenta un territorio dinamico dove lo sviluppo di una rete per la tutela e la valorizzazione dell’arte del ‘900 appare ancora in fieri. In parallelo alla presenza diffusa di stabilimenti tipografici e case editrici, essa ha sviluppato una propensione verso il settore della grafica che annovera importanti istituzioni e collezioni.
PISTOIA
Con sguardo presago, agli inizi del secolo Antonio Maraini riconosceva il ruolo di Pistoia nel risveglio artistico della Toscana. I musei e le collezioni attuali rendono conto di questa «nicchia preziosa, chiusa in un suo mondo privato», composto da artisti di sani ideali e solide forme neo figurative fin dagli inizi del secolo, ma anche patria di spiriti aggiornati e partecipi ai dibattiti dei nuovi linguaggi.
Dunque terra arricchita dalla dimensione ‘provinciale’ e al contempo stimolata dalle tendenze nazionali.
PRATO
È stato Ardengo Soffici, il genius loci del Novecento pratese, pittore, poeta e saggista che, nutritosi di avanguardie, dalla sua abitazione di Poggio a Caiano portava i fermenti parigini nell’ambiente intellettuale toscano: l’apertura nel 2009 di un museo a lui dedicato ne ha riconosciuto la centralità nella cultura artistica pratese e soprattutto ne ha sancito il ruolo nodale in quella italiana di primo Novecento.
SIENA
Scriveva Henry James a proposito di Siena nelle sue Ore italiane: «l’aspetto grande e sottile dei luoghi che possiedono una coscienza storica così marcata consiste nel trarre profitto dal sentimento di quella consapevolezza», e sicuramente, primi fra tutti, gli artisti qui hanno nel tempo raccolto le influenze dello spazio stratificato e plasmato dalla storia.