Circondata dal parco monumentale e affacciata su una spettacolare vista panoramica di Firenze, Villa Bardini accoglie importanti mostre temporanee e insieme due musei stabili: il Museo Pietro Annigoni e il Museo Roberto Capucci.

Inaugurato nel 2008, il museo monografico di Annigoni (1910-1988) presenta una rilevante selezione di opere appartenute alla collezione dell’artista, fra le quali la prima e la terza tela della serie delle Solitudini, il tragico Cinciarda e il noto Autoritratto del 1946. Accanto sono gli spazi espositivi gestiti dalla Fondazione Roberto Capucci, dedicati all’opera del grande stilista romano (1930-), vero e proprio museo stabile che ospita bozzetti, fotografie e i celebri abiti-scultura che hanno fatto la celebrità di Capucci.

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Istituita da Giovanni Spadolini nel 1980, la Fondazione si trova in via Pian dei Giullari nella Villa Il tondo dei cipressi progettata negli anni ’60 dal fratello Pierluigi.
Al suo interno, rimasto inalterato dalla morte del fondatore, sono conservati circa 40.000 tra libri e periodici, ma anche preziose collezioni napoleoniche e risorgimentali nonché numerose opere di artisti del XIX e XX secolo.

Queste ultime si dipanano lungo i due piani della villa con i nuclei più rilevanti a dare il nome alle diverse stanze: al piano terreno la sala da pranzo Soffici e il salotto Rosai, al primo piano il salotto Morandi e le camere da letto con i dipinti del padre Guido Spadolini e di Nino Caffè. Lungo le scale si trovano anche vari disegni di Mino Maccari, Leo Longanesi e George Grosz, mentre in ordine sparso quelli di Renato Guttuso, Eugenio Montale e Dino Buzzati.

Il museo documenta i vari periodi di attività della famiglia Chini nei settori della ceramica e del vetro, attraverso una raccolta di manufatti in maiolica e grés, di vetrate e bozzetti preparatori.

Ha sede dal 1999 nella Villa Pecori Giraldi che presenta al suo interno molte decorazioni, opere anch’esse della famiglia Chini, a partire dal San Giorgio che uccide il drago di Galileo che domina il salone d’ingresso.

Sempre a Galileo Chini e alle fabbriche da lui fondate, l’Arte della Ceramica nata a Firenze nel 1896, e Le fornaci di San Lorenzo sorta a Borgo San Lorenzo nel 1906, sono dedicate le sezioni storiche del museo che permettono di seguire l’evoluzione dello stile Chini dai decori naturalistici ai moduli astrattizzanti.
Il museo ospita anche la ricostruzione dell’ambiente della manifattura e un approfondimento sulle tecniche di lavorazione di ceramica e vetro.

INGRESSO RIDOTTO CON IL PASS TOSCANA’900

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La Fondazione è ospitata nella Villa Le Coste di Fiesole che, un tempo residenza di Primo Conti (1900-1988), fu destinata dallo stesso nel 1980 a sede del Centro di documentazione e ricerche sulle avanguardie storiche.

La Fondazione affianca infatti due obiettivi, da un lato lo studio e la promozione del patrimonio artistico (dipinti e disegni) e letterario (biblioteca e archivio) donati dall’artista, dall’altro la tutela e la valorizzazione di ogni testimonianza documentaria inerente il periodo delle avanguardie storiche.
A tal fine concorrono entrambe le sezioni in cui si articola la Fondazione: al primo piano l’Archivio che conserva una preziosa biblioteca di edizioni rare e i ricchissimi archivi, tra gli altri, di Conti, Papini e Pavolini; al piano terreno il Museo Primo Conti dove largo spazio trovano i dipinti della stagione giovanile connotati in chiave fauve, futurista e metafisica.

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 14:00, sabato, domenica e il pomeriggio per gruppi, previo appuntamento. Su richiesta guida in lingua inglese e francese.

Biglietto: € 3.00

La Fondazione è stata costituita nel 1982 da Giovanni Michelucci (1891-1990), dalla Regione Toscana e dai comuni di Fiesole, Pistoia e Firenze, con lo scopo di «contribuire agli studi ed alle ricerche nel campo dell’architettura moderna e contemporanea, con riferimento ai problemi delle strutture sociali».

Si caratterizza oggi come un originale e consolidato punto di riferimento nella ricerca sui temi dell’habitat sociale e del rapporto fra spazio e società. La Fondazione è sin dalla sua formazione luogo di dibattito sui temi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea, sviluppando linee di ricerca per la valorizzazione di queste tematiche attraverso incontri, dibattiti, mostre, pubblicazioni, convegni, seminari, studi. Vi sono esposte o consultabili fotografie, progetti, disegni, opere e arredi di Michelucci e della sua collezione

L’esposizione – inaugurata il 31 gennaio del 2015 – comprende la donazione che lo scultore barberinese Giuliano Vangi, tra i maggiori scultori italiani della sua generazione, ha lasciato dal 2013 al suo comune di origine.

La collezione comprende 80 grafiche, di diversi formati, realizzate con varie tecniche incisorie negli anni 1964-2006. L’esposizione è allestita sui tre piani del Palazzo Pretorio. Una selezione di alcune opere grafiche è ospitata nel foyer del Teatro Comunale Corsini, in via della Repubblica, 3. È compreso nella donazione il gesso policromo Ragazza con vestito di lana che accoglie i visitatori all’ingresso del Palazzo Pretorio in piazza Cavour, di fronte all’abitazione dove Vangi è nato.

La collezione, unica raccolta pubblica di grafiche dell’artista, permette di approfondire le tecniche particolari da lui utilizzate nel corso del tempo

Museo del Design Lab

Il museo è allestito in un vasto salone all’interno del moderno Design Campus, edificio ideato per ospitare i corsi di Laurea in Disegno industriale dell’Università di Firenze.

Istituito nel 2005 e inaugurato nella sede attuale nel 2012, il museo espone (a rotazione) una parte dei circa 150 oggetti di proprietà della Fondazione Anna Querci per il Design, presentati suddivisi per decadi, dagli anni ’60 al 2000. Alcuni celebri esemplari della produzione industriale italiana sono stati donati alla Fondazione dalle stesse ditte che li hanno realizzati.

La nascita del museo, nel 2007, si deve al dono di Antonio Manzi al Comune di Campi Bisenzio di 109 opere che, collocate al piano terreno di Villa Rucellai, ricostruiscono l’intero percorso dell’artista, dalle prime prove di ragazzo fino ai lavori più recenti.

Alla base del gesto, lo stretto legame che si instaurò tra Manzi e la cittadina nel 1975, anno della sua personale alla Galleria d’Arte Ariete, rinsaldato più di recente da committenze pubbliche come l‘affresco per la chiesa di Santa Maria o la scultura Inno alla vita posta proprio di fronte a Villa Rucellai.
Le cinque sale del museo pongono in evidenza la specificità della ricerca di Manzi, caratterizzata da una continua sperimentazione di tecniche e materiali che spaziano dalla pittura alla ceramica, dall’affresco alla puntasecca, dal graffito al collage, dalla scultura in bronzo a quella in marmo.

Ospitato nell’antico Magazzino del Sale, il museo è interamente dedicato al vetro, produzione tipica dell’empolese, del quale viene narrata la storia attraverso la ricostruzione delle tecniche di lavorazione e l’esposizione di manufatti d’uso e artistici.

Il primo piano del museo ospita in particolare due sezioni relative al vetro artistico, la prima dedicata al vetro verde di Empoli che ebbe larga diffusione negli anni trenta del ‘900, utilizzato per servizi da tavola e oggetti per l’arredamento, e rimasto in auge fino ai ’70; la seconda sezione espone invece manufatti di vetro colorato, inciso o decorato in vario modo, la cui produzione fu intrapresa dalla metà degli anni ’50 quando il mutamento del gusto impose una maggiore varietà di modelli e di accostamenti cromatici.